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Obesità e Infiammazione: Un Legame Patogenetico e Clinico

Aggiornamento: 7 giorni fa

Introduzione

L'obesità è una condizione patologica complessa caratterizzata da un eccesso di tessuto adiposo, che non è solo un deposito energetico, ma un vero e proprio organo endocrino capace di modulare risposte infiammatorie e metaboliche.

L'infiammazione cronica di basso grado (low-grade inflammation) gioca un ruolo cruciale nella patogenesi delle comorbidità associate all'obesità, tra cui il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcune forme di cancro.




Il Ruolo del Tessuto Adiposo nell’Infiammazione Cronica


Il tessuto adiposo bianco è una fonte di citochine pro-infiammatorie, definite adipochine, che contribuiscono a uno stato di infiammazione cronica di basso grado.

Tra le principali molecole coinvolte troviamo:

  • IL-6 (Interleuchina-6): aumenta la sintesi epatica della proteina C-reattiva (PCR), un marcatore sistemico di infiammazione.

  • TNF-α (Tumor Necrosis Factor-α): favorisce la resistenza all'insulina interferendo con il segnale del recettore dell'insulina.

  • Leptina: normalmente coinvolta nella regolazione dell’appetito, in condizioni di obesità si osserva resistenza alla leptina, con conseguente disregolazione del metabolismo energetico.

  • Adiponectina: ha un’azione anti-infiammatoria e insulino-sensibilizzante, ma nei soggetti obesi i suoi livelli risultano ridotti.


Dinamiche Cellulari: Il Ruolo dei Macrofagi

Il tessuto adiposo negli individui obesi subisce una infiltrazione massiva di macrofagi, che passano da un fenotipo M2 anti-infiammatorio a un fenotipo M1 pro-infiammatorio, contribuendo alla produzione di citochine infiammatorie.

Questo shift è associato a un incremento dello stress ossidativo e della fibrosi tissutale.


Obesità e Malattie Metaboliche

L’infiammazione cronica indotta dall’obesità è un fattore chiave nella patogenesi della sindrome metabolica, una condizione caratterizzata da:

  • Insulino-resistenza e iperglicemia

  • Ipertensione arteriosa

  • Dislipidemia (ipertrigliceridemia, ridotto colesterolo HDL)

  • Eccesso di grasso viscerale


Il Collegamento con il Diabete Tipo 2

La resistenza all'insulina, conseguenza dell'infiammazione cronica, è mediata dal TNF-α e dall'IL-6, che interferiscono con il segnale dell'insulina attraverso l'inibizione del recettore IRS-1 (Insulin Receptor Substrate-1).

Questo porta a una ridotta captazione del glucosio nei tessuti periferici e all’iperglicemia cronica con conseguente sviluppo di DM tipo II.


Obesità, Infiammazione e Rischio Cardiovascolare

Lo stato infiammatorio associato all'obesità favorisce la disfunzione endoteliale e la progressione dell’aterosclerosi attraverso diversi meccanismi:

  1. Aumento della PCR e di IL-6, che promuovono l’adesione delle cellule infiammatorie all’endotelio.

  2. Aumento dello stress ossidativo, che accelera il danno vascolare.

  3. Attivazione del sistema renina-angiotensina, con conseguente aumento della pressione arteriosa.


3. Approcci Terapeutici Integrati secondo il Metodo Fenicare.


  1. Inquadramento secondo la Medicina Fisiologica di Regolazione: accurata raccolta anamnestica, visita medica, prescrizione di rimedi di drenaggio, lipolitici, anti-infiammatori e di supporto d'organo; analisi del microbiota intestinale; eventuale ciclo di mesoterapia omotossicologica e di ossigeno-ozono sistemico (GAET).

  2. Check di Biorisonanza e successiva armonizzazione per valutare accuratamente le interferenze interne ed esterne che promuovono l'infiammazione e sostengono l'obesità: recenti ricerche indicano che la biorisonanza e le terapie basate sulla modulazione delle frequenze cellulari, mostrano effetti positivi nella gestione dell'infiammazione, del metabolismo e dell'equilibrio neuroendocrino.

    Inoltre, studi sull’epigenetica mostrano che cambiamenti dello stile di vita possono modificare l’espressione genica legata al metabolismo e alla regolazione dell’umore.

  3. Interventi Nutrizionali e Nutraceutici: una dieta anti-infiammatoria e neuroprotettiva può migliorare sia l’umore che il metabolismo.

    Approcci utili includono:

    • Dieta Mediterranea: ricca di omega-3, polifenoli e fibre, migliora la funzione cognitiva e riduce l’infiammazione.

    • Alimenti prebiotici e probiotici: per riequilibrare il microbiota intestinale.

    • Curcumina, resveratrolo, Rhodiola e Aswagandha: con effetti neuroprotettivi e anti-infiammatori, aiutano a ridurre i livelli di citochine pro-infiammatorie e migliorare il metabolismo.

  4. L'esercizio fisico regolare riduce l’infiammazione sistemica abbassando i livelli di PCR e IL-6, aumenta l’espressione di adiponectina, migliorando la sensibilità insulinica, favorisce la riduzione del grasso viscerale, il principale responsabile della secrezione di citochine infiammatorie; in particolare, l'allenamento aerobico (camminata veloce, nuoto, corsa) migliora la neuroplasticità e riduce i livelli di cortisolo.

  5. La meditazione e lo yoga riducendo i livelli di stress, attivano l'espressione epigenetica delle citochine anti-infiammatorie, promuovendo, in ottica PNEI, la salute e il benessere generale.




Conclusioni

L’obesità è una condizione strettamente legata all’infiammazione cronica, che ne amplifica le complicanze metaboliche e cardiovascolari.

Una gestione efficace richiede un approccio integrato, che includa modifiche dello stile di vita, nutrizione personalizzata e attività fisica, oltre a tutte le strategie terapeutiche mirate alla riduzione dello stato infiammatorio.



Riferimenti Bibliografici

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  6. Calder PC. Omega-3 fatty acids and inflammatory processes. Nutrients. 2010;2(3):355-374. doi:10.3390/nu2030355




Medico Chirurgo

Specialista in Chirurgia Vascolare e Diagnosi EcocolorDoppler

Esperta in Omeopatia, Omotossicologia e Discipline Integrate

Ossigeno-ozono terapeuta

Longevity Expert e Medico Estetico

Master in PNEI

Master in Biorisonanza





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